Proposta terapeutica
Il primo contatto avviene preferibilmente al telefono, nella prima seduta si concordano alcuni colloqui iniziali di consultazione durante i quali si cerca di mettere in luce la domanda di cura e di concordare gli scopi terapeutici del percorso.
La proposta è solitamente di una seduta settimanale della durata di 50 minuti.
In alcune fasi del percorso la frequenza delle sedute necessita di essere modificata.
Non è possibile stabilire a priori la durata dell’analisi perché i tempi di cambiamento sono assolutamente soggettivi.
In terapia è incoraggiato il racconto dei sogni come possibilità privilegiata di confronto con l’inconscio.
Sandplay Therapy
La Sandplay Therapy (SPT) o Terapia con il gioco della sabbia, nasce da una intuizione della psicologa svizzera Dora Kalff, allieva di Carl Gustav Jung.
Si tratta di una tecnica di psicoterapia analitica in cui la comunicazione verbale si integra con l’utilizzo delle risorse creative del soggetto.
In particolare si hanno a disposizione due cassette contenenti sabbia e numerose miniature che riproducono quanto si può trovare nella realtà (oggetti, elementi naturali, animali, persone).
Nello spazio della sabbiera il paziente può creare immagini dando voce ai suoi contenuti inconsci.
La sabbiera acquisisce, dunque, la funzione di uno spazio libero e protetto all’interno del quale, dall’integrazione tra elementi consci e inconsci, si genera un processo di trasformazione psichica.
È una tecnica particolarmente adatta a chi ha difficoltà a prendere contatto con il proprio mondo interno e a dare spontaneamente voce alle emozioni.
È rivolta sia a bambini che ad adulti.
Cos’è la psicoterapia psicoanalitica?
La psicoterapia di per sé è un trattamento basato sul dialogo terapeuta-paziente finalizzato alla cura del disagio psichico.
All’inizio del percorso si stabiliscono le regole del setting come ad esempio la frequenza delle sedute, gli orari e il luogo in cui si svolgeranno, come avverrà il pagamento ecc…
Esistono diversi orientamenti teorici di psicoterapia che ne caratterizzano la tecnica di svolgimento.
Nella psicoterapia psicoanalitica, l’approccio che seguo, le sedute hanno solitamente una frequenza settimanale, si svolgono vis a vis (non sul lettino).
Scopo del percorso è raggiungere una maggiore consapevolezza delle dinamiche interne sottese alla sofferenza che si vive o ai sintomi che si manifestano (come ad esempio: ansia, attacchi di panico, fobie, ossessioni, sintomi alimentari, reazioni emotive eccessivamente intense ecc…) e raggiungere, dunque, una maggiore consapevolezza rispetto alla propria modalità di funzionamento e di relazione.
Attraverso questa raggiunta consapevolezza è possibile evolvere verso il cambiamento.
La terapia psicoanalitica non si occupa, dunque, solamente di estinguere un sintomo o modificare un comportamento ma è interessata a fare luce su ciò che il Soggetto ancora non conosce di sé lasciando ampio spazio all’emergere dell’inconscio grazie anche al lavoro sui sogni che si svolge in seduta e che prevede una co-riflessione sulla scena onirica presentata.
Chi può esercitare la funzione di psicoterapeuta?
Per svolgere la funzione di psicoterapeuta occorre una formazione specialistica.
Attualmente è richiesto il diploma di specializzazione quadriennale a cui possono accedere solo professionisti laureati in medicina o in psicologia.
La psicoterapia psicoanalitica è una forma particolare di psicoterapia che prevede che il professionista abbia svolto, oltre agli studi teorici previsti dalla scuola quadriennale, un percorso di analisi personale.
Nel mio caso, poiché oltre che psicoterapeuta, sono medico specializzato in psichiatria, posso prescrivere, in caso di necessità e a supporto del lavoro psicoterapeutico, un trattamento farmacologico.
Quando è utile iniziare un percorso di psicoterapia?
Certe volte la nostra sofferenza si manifesta in modo eclatante , talvolta addirittura improvviso, con veri e propri sintomi riconoscibili da noi e da chi ci è vicino. Talvolta i sintomi sono fortemente invalidanti e compromettono la nostra quotidianità, si pensi ad esempio ad alcune importanti manifestazioni di ansia come gli attacchi di panico, le ossessioni, le fobie o i disturbi alimentari. In questi casi è senza dubbio opportuno iniziare una psicoterapia.
Altre volte però possiamo avvertire un malessere più generico, in assenza di un sintomo specifico.
Possiamo sentire una sorta di disagio con noi stessi che ci fa provare insicurezza nel nostro lavoro e nelle relazioni; altre volte possiamo sentirci estremamente confusi nel prendere una decisione perché non riusciamo a capire fino in fondo cosa sentiamo e cosa desideriamo.
In tutti questi casi è altrettanto importante iniziare un percorso di psicoterapia.
E’ fondamentale pensare che l’analisi non sia adatta solo a chi si sente malato, portatore di un sintomo specifico, ma a chiunque senta la necessità di comprendersi meglio e migliorare il rapporto con se stesso e con gli altri.
Mi occupo in particolare di percorsi:
- a sostegno dello sviluppo delle potenzialità del femminile
- a sostegno della genitorialità
- di orientamento alle scelte lavorative e di studio
- a sostegno del superamento delle difficoltà in ambito scolastico/universitario
- a sostegno del superamento delle difficoltà nelle relazioni affettive
- per problematiche di ansia, disturbi alimentari, difficoltà nella gestione emotiva